Gli indiani d’america sono un grande popolo, saggio, con uno speciale rapporto con la natura e il proprio essere interiore.
I nostri bambini soffrono di iperattività, hanno spesso disturbi dell’ attenzione, non ascoltano le risposte mentre pongono sempre troppe domande (chi non ha mai subito la fase del “perché” di qualche bambino?).
Dalla loro crescita ed educazione dipende tutta la nostra società… ma quale esempio diamo? Come è meschino il comportamento dei personaggi fei vari talk show televisivi o delle tribune elettorali rispetto al modo di comunicare dei veri americani ?
Il silenzio è un bene interiore che possiamo ottenere, è un nostro diritto… com’è un nostro diritto la pace, la serenità e la realizzazione del Sè. Perché non desiderarlo?
Si insegnava ai bambini a restare seduti immobili e a prenderci gusto. Si insegnava loro a sviluppare l’olfatto, a guardare là dove, apparentemente, non c’era nulla da vedere, e ad ascoltare con attenzione là dove tutto sembrava calmo.
Un bambino che non può stare seduto senza muoversi è un bambino sviluppato a metà.
Noi respingevamo un comportamento esagerato ed esibizionista poiché lo giudicavamo falso. Un uomo che parlava senza pause era considerato maleducato e distratto.
Un discorso non veniva mai iniziato precipitosamente né portato avanti frettolosamente.
Nessuno poneva una domanda in modo avventato anche se fosse stata molto importante.
Nessuno era obbligato a dare una risposta. Il modo cortese di iniziare un discorso era di dedicare un momento di silenzio a una riflessione comune.
Anche durante i discorsi facevamo attenzione a ogni pausa, nella quale l’interlocutore rifletteva.
Per i Dakota, il silenzio era eloquente. Nella disgrazia come nel dolore, nei torbidi momenti della malattia e della morte, il silenzio era prova di stima e di rispetto. Era così quando ci capitava qualcosa di grande e degno di ammirazione.
Bella riflessione sul valore del silenzio! Nei confronti dei bambini penso che il silenzio, che non vuol dire mancanza di punti di riferimento e di valori, lo dobbiamo avere noi adulti, dentro di noi, per avere la necessaria capacità di ascoltare i bambini e di stabilire forti relazioni con loro. Si fa troppo presto a dire che sono iperattivi…, i bambini sono la vita, in continuo movimento, cambiamento e ricerca. Spesso, noi adulti, non avendo punti fissi, abbiamo paura nell’avere a che fare con le trasformazioni che richiedono una continua rivisitazione delle nostre certezze e del nostro comportamento.
Ciao
Gli anziani Lakota dicevano ai bambini:” Sediamo in grembo a Madre Terra, dalla quale tutti noi, e tutti gli esseri viventi, veniamo.
Presto ce ne andremo, ma il luogo in cui siamo ora rimarrà per sempre”.
Così imparavamo a sdraiarci per terra e a diventare consapevoli della vita in noi nelle sue innumerevoli forme.
Capo Luther Orso in Piedi. Teton Sioux
Gli anziani…, credo che uno dei problemi della nostra cultura occidentale sia, che nessuno accetta più il proprio ruolo: l’anziano come saggio tramandatore della cultura e dei valori, la donna come moglie, madre, perno della famiglia e dell’ intera società. Ognuno si vuol reinventare il proprio ruolo e così si perde tutta quell’armonia famigliare che sta alla base di una società sana. Forse perchè tutti ormai, anche per abitudine, cerchiamo fuori: nel lavoro, nel divertimento a tutti i costi, qualcosa che possediamo già dentro di noi; sicuramente questo l’Indiani d’America lo sapevano gia..
Mi pare che il mio maestro delle scuole elementari era abbastanza Dakota anche lui:) un uomo eccezionale se ci penso oggi!
Vado a forwardare questo articolo alle persone che possono essere interessate. si tratta di un libro di pedagogia o di cultura nativa o…? quante pagine sono? si puo trovare in internet? grazie xoxoxoox
Ciao Roberta,
sì, questo libro tratta della cultura dei nativi americani
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