Credo che l’opera d’arte sia quel momento unico in cui l’uomo riesce a trascendere se stesso, arrende la sua mente ed ascolta il Divino che gli parla, diventando suo strumento. Attingendo all’Inconscio collettivo (se lo vogliamo dire con le parole di Jung) si diventa veicoli di un messaggio universale…viene così fuori quello che il Romanticismo ha indicato come Genio e che nel nostro caso si chiama Leonardo da Vinci. ( Anchiano di Vinci, Firenze, 1452-Amboise, Francia, 1519)
Sembra che Leonardo sia stata una persona molto diversa dai contemporanei; immaginate il pieno Rinascimento fiorentino. L’uomo è tutto tronfio perchè pensa di aver individuato nella ragione non solo il suo elemento fondante, ma anche l’unico strumento d’indagine della realtà; i risultati in campo pittorico bastano ad indicarci quanto sia invece distante dalla verità.
La prospettiva...la prospettiva non esiste…stiamo parlando di una costruzione geometrica; si tratta di uno o due punti di vista, laterali o centrale, che permettono una sola visuale, mentre in verità gli occhi sono mobili. Da questi partono poi linee su cui si va a posizionare tutto ciò che si vede intorno; abbiamo a che fare proprio con la volontà di comprendere tutto e di poterlo rappresentare secondo uno sforzo mentale, non per quello che è. Ciò denota proprio il limite umano, un ingabbiamento che è una necessaria conseguenza se si vuole abbracciare qualcosa che forse non è raggiungibile fino in fondo. L’eroe dell’epoca fu
“David”; che venisse rappresentato languido o assorto nei pensieri della sua grande testa, è lui il personaggio più amato, la razionalità che sconfigge l’ignoranza e la brutalità del gigante Golia.
Tutto gira intorno all’uomo come mente, ragione. Perché in occidente si è sempre data importanza ai tentativi fatti in questa direzione? Non è possibile pensare, concepire l’altro dall’essere umano? Ieri la difficoltà si presentava nei confronti della natura…oggi nei rapporti tra culture, etnie…nell’affrontare tecniche, medicine che con la stretta razionalità non hanno molto a che fare…perché possiamo accettare di avere dei sentimenti, di agire con il cuore, per amore ma non di curarci con lo yoga o l’omeopatia?
Leonardo fu un rivoluzionario ai tempi della rivoluzione; mentre la maggiorparte degli artisti vivono nelle corti, frequentano le botteghe dei maestri fiorentini più famosi, lui, per buona parte della vita, conduce la sua ricerca in maniera autonoma e solitaria a stretto contatto con una natura che non accetta di sottomettere alla ragione. Indaga curioso, ma possiede l’umiltà del dubbio e conosce i confini della mente; è proprio perché riesce a vederla, che la trascende, dando vita ad un capolavoro dietro l’altro.
Abbandona quindi la prospettiva geometrica appena scoperta ed usata da tutti, e rende invece lo spazio in maniera molto più realistica, con un altro tipo di prospettiva, quella aerea e cromatica. Grazie ad un’indagine scientifica sincera, si rende conto dell’esistenza dell’aria, di strati d’aria sempre più densi verso il basso ed in lontananza; è per questo che i suoi volumi sono sempre meno definiti sullo sfondo ( il nostro occhio non in grado di percepirli in maniera netta come gli oggetti vicini) ed assumono un colore sempre più tendente al bianco per il fenomeno dell’atmosfera.
E’ proprio questa volontà di rigorosa rappresentazione della realtà che arriva però a regalare alle sue opere un affascinante alone di mistero, del mistero che è insito in tutte le cose e che lui accetta serenamente, anzi lo esalta quasi a volerci indicare la presenza del Divino nella realtà che proprio una ragione illuminata arriva a scoprire.
Nella Vergine delle rocce (1483) dal fondo arriva un controluce che sfiorando il paesaggio roccioso giunge ad accarezzare dolcemente i personaggi in primo piano che sono armonicamente e liberamente inseriti nel paesaggio. Leonardo non usa la linea di contorno delle figure, che appartiene alla tradizione rinascimentale e fiorentina, e che le separa dal fondo mettendo in risalto i volumi; utilizza invece un tratto discontinuo che non vuole delimitare ma accennare perché non tutto può essere rappresentato a pieno. Preferisce il colore, toni che sfumano così da creare una fusione totale nel passaggio da un elemento all’altro della composizione, che sia umana o naturale creando uno straordinario senso d’unità. I suoi personaggi non sono legati dalla gabbia prospettica ma uniti dai gesti, gli sguardi, tutto quell’universo emotivo che c’è dietro e che viene solo suggerito allo spettatore. Osserviamo le mani di Maria; una è posata su S.Giovanni Battista, l’altra protesa a protezione di Gesù che sta benedicendo e che si trova più in là perché il suo è un destino diverso, presto il figlio le verrà tolto. L’angelo, che appare in un atteggiamento più distaccato, sembra indicare la scena per rendere partecipi anche noi delle emozioni, dell’affetto, non del dramma che in Leonardo non trova spazio. La soavità delle figure non necessita della convenzionalità dell’areola sulle loro teste per farci sapere chi sono…forse perché il Divino non è così lontano dall’umano…perché esiste un aspetto, un’energia di natura celeste all’interno di tutte le cose…La scena sembra avvolta da un impercettibile velo di amore che ci fa soffermare lo sguardo sulla pacatezza, la luce di gioia serena dei volti, la stessa pace che risiede nel paesaggio naturale.
e vero che la spiritualita’ trascende da noi stessi e che dobbiacercare il nostro io
fatto non perceh siamo egoisti, ma perceh in tutto qlo che facciamo c’e una natura umana che non possiamo togliere
solo perche’ cì viene imposto dalla chiesa o da dio
proprio qlche giorno fa ho scritto una poesia ceh comincia dicendo che non posso dire al mio cuore di chi devo innamorarmi, mi innamoro e basta senza regole o patti
con nessuno, innamorarsi e una cosa molto positiva e chi sa innamorarsi sa anche vivere la vita, e aiutare glialtri
se non riusciamo a trovare dentro di noi la pace non possiamo dare un aiuto concreto agli altri , solo cosi,
possiamo poi esprimere il massimo di noi stessi e della nostra personalita’ senza limiti o costrizioni , il rispetto reciproco e alla base di tutto ed amare ed inamorarsi non e peccato csi come vorrebbe farci credere qlcuno, se vedo una ragazza e mi innamoro non posso nemmeno sapere se e’ gia impegnata, se poi mi da confidenza e nasce un amicizia e una cosa buona, daltronde non si viola nessuna
moralita’ ad avere un amicizia, cosi come invece dice il cattolicesimo, non guardare la donna d’altri, ma mica guardando una donna la sto violando…..
Insomma se si ama non si puo chiedere lo stato di famiglia
ad una donna per sapere se poi posso essere suo amico
un amicizia non e una violazione di nessuna religione.
semmai e’ la follia della gente che poi travisa da tutte le ideologie religiose e non
la pace sia con voi
La spiritualita la dobbiamo trovare in noi stessi, non arrabbiandoci per qualsiasi cosa, cercando di capire il mondo, le persone che ci stanno accanto, a volte un po tropo nervose e troppo burrascose, la spirualita’ e’ la pace
dei propri sensi e la riflessione su cio’ che si deve fare in ogni momento della nostra vita, difficile o facile che sia , diventa poi un equilibrio imprescindibile che regola la nostra
vita, e avviene, nel mio caso per esempio , da una decisione
presa per la vita, io mi affido a te, mio Dio, perche’ in te trovo pace; e decido di vivere con te e per te per aiutare
chi soffre e aiutare anche me stesso a vivere una vita dedicata agli altri . di mia spontanea volonta’ senza nessuna costrizione per vivere la vita non come la vivono
gli altri ceh vivono solo per se stessi , ma per donarsi al mondo dando il massimo di se stessi .