Ho voluto intitolare “Inno alla vita” il discorso fatto da una donna, Gianna Jessen, sopravvissuta ad un tentativo di aborto quando aveva già sette mesi di vita (la madre era incinta da sette mesi e mezzo). Pur riportando dei danni cerebrali e motori, è riuscita a sopravvivere all’aborto e ai disagi che ne sono venuti.
Lascio la parola a lei che così si è espressa in un congresso :
Bellissima testimonianza!! Ma pensiamo con compassione alle migliaia di donne costrette all’aborto da difficoltà insormontabili e che convivono con il dolore di una ferita non rimarginabile.
Ciao, penso che lei si riferisca alla leggerezza di questa pratica di abortire anche nel caso in cui i figli potrebbero nascere ed essere adottati.
O meglio direi ai casi di leggerezza di praticare sesso senza rendersi conto che questo serve a dare una vita e non è un gioco.
Poi naturalmente ci sono dei casi particolari da tenere in conto.