Il Giorno dell’Immacolata

Anno Domini millesimo octigenti quinquaginta quattuor Nativitatis Eiusdem,dies sexto Idus Decembris Anno Nono pontificatus nostri…

Nell’Anno del Signore 1854 dalla Sua Nascita, nel giorno VI delle Idi di Dicembre il Pontefice Massimo Romano Pio IX proclamava alla chiesa, con una lettera enciclica1  il dogma, ovvero una verità non discutibile poiché derivata direttamente da fonte ed ispirazione divina di cui il papa è detentore quale vicario del Cristo, che la Vergine Maria era nata priva di peccato originale2. In questo modo veniva esplicitato quanto la ratio communis e il sentire popolare aveva da sempre sostenuto3 e si metteva fine ad una millenaria discussione teologica in cui la ‘ragione’ di individui che hanno preteso di giustificare il Divino attraverso la mente umana: un gran bel gioco del signor Ego!
A parte queste mie considerazioni è interessante vedere in che modo il popolo immaginava la Madre di Dio e questo ci è possibile attraverso i dipinti. Infatti i testi scritti sono stati più facilmente addomesticati e adattati a quanto prescriveva il papato nelle sue bolle mentre i dipinti più facilmente sfuggivano a questa censura, almeno nel periodo medievale. Così abbiamo raffigurazioni di pittori famosi  e  noti  mentre  piccole  pievi contengono  immagini  localmente venerate  e  certo  più  vicine  al  ‘senso popolare’. In queste opere i pittori di fama locale,  o  spesso  itineranti  e  di  questi  è assai  difficile  trovare  riferimenti  certi, tendenzialmente  raffiguravano  quanto veniva  loro  richiesto  e  le  pievi  locali erano  spesso  lontane  dai  dictat  romani.

Madonna del GuercinoEcco a lato un dipinto famoso: è del Guercino (1591-1666) ed è una tela interessante per alcune particolarità:non segue la descrizione delle Laudi Lauretane4 ma contiene comunque dei simboli tipici riferiti alla Donna-Madre Divina; infatti è legata alla Luna (punte rivolte in alto) come elemento femminile e, cosa più interessante, a Dio Padre (Shri Shiva) che è raffigurato più in alto della Donna ed è rappresentato in una posa che sembra spingere5 la Vergine verso un mondo cupo e ancora avvolto dalle nubi dell’ignoranza e in ciò aiutata da due angeli (Shri Hanumana e Shri Bairava).

Madonna del RubensIl Rubens (1577-1640) invece in questa tavola dà ampio spazio agli attributi di Maria pur avendo molti punti in comune col dipinto del Guercino: infatti Lei è Regina del mondo, ha la Luna sotto i piedi, è circondata di Sole, è incoronata da dodici stelle, è la Donna la più bella, è Madre e Signora(infatti domina il mondo), vince l’oscurità (l’angelo con la corona della vittoria), da Lei emana la conoscenza data agli uomini (il serpente-kundalini con in bocca la mela-frutto della conoscenza che viene lasciata cadere sul mondo degli umani); il vestito rosso indica la donna sposata (Christi Sponsa) mentre il mantello-velo azzurro e bianco sono colori che sono legati a Shri Shiva e al nome stesso della Vergine: Mare-Maria-Nirmala (Nirmala significa dal sanscrito “pura, immacolata”); i capelli (rappresentazione delle armi della Devi) sono sciolti; il ramo di palma indica il saluto-annuncio e simboleggia la pace; anche qui i due angioletti.

Madonna del TiepoloIl Tiepolo (1696-1770) già stravolge il sentire popolare (che è poi quello che è più pulito e vero perché legato e possessore di antiche conoscenze tramandare da cuore-a-cuore e non attraverso elucubrazioni mentali)aggiungendo il giglio, raffigurando il serpente come drago-figura oscura; la palma è caduta; la veste è bianca,simbolo di purezza legato al giglio; il velo è color della terra; la colomba-spirito santo sta più in alto della Vergine;i capelli sono nascosti e acconciati.

Ho indicato le date non tanto per sfoggio di kultura wikipediana ma per sottolineare come ‘il rappresentare pittorico’ nel corso degli anni divenga sempre più legato ai dettami della chiesa cattolica e dell’inquisizione che controlla – e condanna! – e sempre più distante dal popolo dei credenti. Nel dipinto del Tiepolo la Donnas chiaccia-calpesta il serpente-kundalini e perde-stravolge ormai il ‘vero’popolare per sostituirvi un ‘vero’ imposto e derivato da fumosi mentalismi gesuitici.

Un poco di storia e di riferimenti

Il tema pittorico dell’Immacolata trova nascita nell’Italia meridionale ed ebbe particolare diffusione in Spagna. Si definisce dal punto di vista iconografico intorno alla fine del Quattrocento, come dimostrano alcuni dipinti conservati in Italia dai quali però si ricava come l’iconografia fosse ben lungi da quella descritta nelle tavole precedenti e ben lungi dai ‘canoni’ ecclesiastici imposti. A questo proposito si vedano le tavole di seguito riprodotte.

anonimi

Soli quaranta anni trascorrono tra queste due opere e nella seconda già sono presenti gli attribut riferibili ai Nomi di Maria e che possiamo vedere nella loro quasi totale completezza nella pala dello Zurbaran più oltre riprodotta. Ecco quali erano i canoni pittorici della cattolicissima Spagna definiti da F. Pacheco (1638, Arte de la Pintura) testo che per essere pubblicato doveva avere l’imprimatur dell’inquisizione.

“ Si deve…dipingere…questa Signora nel fiore della sua età, da dodici a tredici anni, bellissimabambina con begli occhi e sguardo grave, naso e bocca perfettissimi e rosate guance, i bellissimicapelli lisci, color oro… deve dipingersi con tonaca bianca e manto blu vestita del sole, un soleovale ocra e bianco, che circondi tutta l’immagine, unito dolcemente con il cielo; coronato distelle; dodici stelle distribuite nel circolo chiaro fra splendori, servendo di punto alla sacra fronte;le stelle su alcune macchie chiare formate a secco di purissimo bianco, che esca sopra tutti iraggi… Una corona imperiale deve adornare la sua testa ma che non copra le stelle; sotto i piedi,la luna che benché sia un globo solido, prese licenza per renderlo chiaro, trasparente sui paesi;nella parte di sopra, più chiara e visibile la mezza luna con le punte verso il basso…I tributi diterra si accomoderanno, convenientemente, per paese, e quelli del cielo, se vogliono fra le nubi.Adornasi con serafini e con angeli interi che hanno alcuni degli attributi… il dragone… al quale laVergine spaccò la testa trionfando dal peccato originale…se potessi lo eliminerei per nondisturbare il quadro”

Madonna del Zurbaran

F. Zurbarán, Collegio di Nuestra Señora del Carmen de Jadraque, 1632

Tali parametri non tengono conto del sentimento popolare ma solo degli aspetti che dotti e sapienti avevano trascritto pari pari dai testi sacri adattandoli ai propri fini: ricerca puntigliosa che nessun ricordo doveva conservare della devozione popolare ma che, anzi, voleva incanalarla in cunicoli oscuri e facilmente controllabili. Ecco la tela di Francisco Zurbàran, che viene descritta da un esperto, di seguito citato, come esempio encomiabile; in loro (pittore e critico) qualsiasi riferimento alla tradizione popolare collegata ad una conoscenza vera dei simboli è assente. La chiesa cattolica ha vinto, è riuscita a cancellare i vecchi miti trasformandoli in qualcosa di irriconoscibile sovrapponendosi ad essi, scavando dall’interno senza farsi notare, poco a poco distruggendo la verità come l’acqua cheta che distrugge i ponti. Siamo lontani anni luce dalla conoscenza sahaja ma perfettamente in sincrono con il potere dominante.

Rodolfo Papa, Esperto della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, docente di Storia delle teorie estetiche, Pontificia Università Urbaniana, Artista, Accademico Ordinario Pontificio.
«[… vi è] magistralmente raffigurata l’Immacolata, con tutti i suoi attributi iconografici. Il primo dei simboli, il sole, non è presente come astro, ma come luce che si irradia da dietro la figura della Vergine, facendo sì che questa si presenti come una “donna vestita di sole” (Ap 12,1).
Le dodici stelle ornano simbolicamente l’aureola, la quale si tramuta in una vera apoteosi di teste di cherubini, che aprono il cielo fisico verso lo spazio delle sfere celesti. L’immagine quasistatuaria della Vergine si colloca in uno spazio assolutamente ideale, che sta a metà tra cielo eterra. Il suo alone di luce irradia un caldo ammasso di nuvole, in cui spiccano quattro attributi mariani; tra squarci di nubi a sinistra si vede la Porta del Cielo, Porta coeli (Gen 28,17) e la Scala di Giacobbe o del cielo, Scala coeli (Gen 28,12) a destra la Stella del Mare, Stella maris (Himn.Lit.) e lo Specchio senza macchia, Speculum sine Macula (Sap 7,26). Nella parte inferiore del dipinto un paesaggio che si stende come una marina, a ricordare l’etimo poetico del nome della Vergine, riunisce una infinità di attributi mariani in un luogo reale e al tempo stesso simbolico,concepito appositamente per la contemplazione del fedele raccolto in preghiera, davanti al creato posto ai piedi di Maria. Ecco che, a saperlo guardare, il paesaggio si tramuta nell’Orto Sacro,Hortus Conclusus (Ct 4, 12), nel quale crescono fiori di campo rossi e bianchi, Flos campi, e dovesi ergono la Torre di Davide, Turris David (Ct 4,4), il cipresso, Cypressus in monte Sion (Sir 24,17),il Tempio dello Spirito Santo, Templum Spiritus sancti (I Cor 6,19), la palma, Palma exaltata in Cades (Sir 24,18), i cedri, Cedrus exaltata in Libano (Sir 24,17), e gli ulivi, Oliva Speciosa (Sir24,19). Al centro, il pozzo delle acque vive, Puteus aquarum viventium (Ct 4,15), e la fonte della grazia o dell’orto, Fons hortorum (Ct 4,15)»

Chiudo con questa notazione: non ho reperito immagini della Vergine antecedenti al 1400 se non neiLibri d’Ore ma qui è normalmente rappresentata come Signora e Madre; ed infatti le laudi con inomi di Maria arriveranno a diffondersi solo dopo questa data.

Articolo di Francesco Damosso


1 Enciclica: ovvero che doveva ‘circolare’ per essere conosciuta da chiunque facesse parte della chiesa.
2 Pura invenzione della chiesa romana per giustificare il battesimo e la successiva possibilità di accedere al paradiso inteso non come luogo terreno ma come promessa futura; infatti chi non ha nulla da dare oggi promette, poi si vedrà.
3 Le prime tracce scritte di ciò che sarà noto a partire dal XVI sec. come Litanie Lauretane risalgono al XII sec.; da questi scritti sono tratti i Nomi di Maria nel Mantra Book.
4 Si vedano i Nomi di Shri Maria nel libro dei mantra.
5 Mi riferisco all’immagine di come si forma l’OM: il Desiderio di Creare espelle da se la Forza Creatrice che allontanandosi rompe il laccio che La univa al suo Signore e crea gli Universi.

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